la Divina Commedia: paradiso

I primi versi del primo Canto del Paradiso.
Mentre l’Inferno e il Purgatorio sono luoghi presenti sulla Terra, il Paradiso è un mondo immateriale, etereo. Il Paradiso è composto da nove cerchi concentrici, che prendono il nome dai corpi celesti del sistema solare, al cui centro sta la Terra. In ognuno di questi cieli, a seconda del loro grado di beatitudine, stanno i beati più vicini a Dio.

La struttura del Paradiso nella Divina Commedia.
Le anime del Paradiso non stanno meglio o peggio, e nessuno desidera una condizione migliore di quella che ha, poiché la carità non permette di desiderare altro se non quello che si ha. Dio, al momento della nascita, ha donato secondo criteri inconoscibili ad ogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questa che essi godono diversi livelli di beatitudine. Libero da tutti i peccati, adesso Dante può ascendere al Paradiso e, accanto a Beatrice, vi accede volando ad altissima velocità. Egli sente tutta la difficoltà di questa condizione ultra terrena, ma confida nell'aiuto del buon Spirito Apollo. Prima di raggiungere il primo cielo i due attraversano la Sfera di Fuoco. Nel primo cielo, quello della Luna, stanno coloro che mancarono ai voti fatti (gli Angeli).

Le anime del primo Cielo, quello della Luna, anime inadempienti.
Nel secondo, il cielo di Mercurio, risiedono coloro che in Terra fecero del bene per ottenere gloria e fama, non indirizzandosi al bene divino (gli Arcangeli).

Nel secondo Cielo, quello di Mercurio, Dante e Beatrice osservano le anime che formano un'aquila. Sono gli Arcangeli.
Nel terzo cielo, quello di Venere, stanno le anime degli spiriti amanti (i Principati).

Nel terzo cielo, quello di Venere e dove stanno i Principati, Dante e Beatrice incontrano Carlo Martello.
Nel quarto, il cielo del Sole, gli spiriti sapienti (i Potestà).

Nel quarto cielo, quello del Sole e dove stanno gli spiriti sapienti, San Tommaso d'Aquino elogia San Francesco.
Nel quinto, il cielo di Marte, gli spiriti militanti dei combattenti per la fede (la Virtù).

Dante e Beatrice osservano il quinto Cielo, quello di Marte, dove stanno gli Spiriti militanti.
Nel sesto, il cielo di Giove, gli spiriti governanti giusti (le Dominazioni).

Il sesto Cielo, quello di Giove, dove stanno gli Spiriti giusti e l'anima di San Pietro.
Giunti al settimo cielo, quello di Saturno e dove stanno gli spiriti contemplativi (i Troni), Beatrice non sorride più, come invece aveva fatto finora; il suo sorriso, da qui in poi, risulterebbe tanto luminoso a causa della vicinanza a Dio, e per Dante sarebbe insopportabile.

Nel settimo Cielo, quello di Saturno,  gli Spiriti contemplativi formano la Scala Celeste, luminosa, dal colore di oro splendente.
In questo cielo Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria; da questo cielo, Dante può osservare anche il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza di Dio (Cherubini).

Nell'ottavo Cielo quello delle Stelle fisse e dove stanno gli Spiriti Trionfanti, Dante può intravedere la Vergine Maria.
Prima di proseguire Dante deve sostenere una sorta di esame in Fede, Speranza, Carità, da parte di tre professori particolari: San Pietro, San Giacomo e San Giovanni.

Dante sostiene una sorta di esame in Fede, Speranza e Carità alla presenza di San Giovanni.
Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante e Beatrice accedono al nono cielo, il Primo Mobile o Cristallino, il cielo più esterno, origine del movimento e del tempo universale (Serafini). In questo luogo, sollevato lo sguardo, Dante vede un punto luminosissimo, contornato da nove cerchi di fuoco, vorticanti attorno ad esso; il punto, spiega Beatrice, è Dio, e attorno a lui stanno i nove cori angelici, divisi per quantità di virtù.

Dante e Beatrice contemplano la Rosa Celeste, o Candida Rosa, ove risiedono Dio gli angeli e tutti i beati .

Superato l'ultimo cielo, i due accedono all'Empireo, dove si trova la rosa dei beati, una struttura a forma di anfiteatro, sul gradino più alto della quale sta la Vergine Maria. Qui, nell'immensa moltitudine dei beati, risiedono i più grandi santi e le più importanti figure delle Sacre Scritture, come Sant'Agostino, San Benedetto, San Francesco, e inoltre Eva, Rachele, Sara e Rebecca.

Dante e Beatrice, osservano meravigliati il nono e ultimo Cielo, quello Cristallino, chiamato anche Primo mobile.
Da qui Dante osserva finalmente la luce di Dio, grazie all'intercessione di Maria alla quale San Bernardo (guida di Dante per l'ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio e sostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così la perfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza. Nel punto più centrale di questa grande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana, segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel mistero il suo intelletto viene meno, ma in un excessus mentis la sua anima è presa da un'illuminazione e si placa, realizzata dall'armonia che gli dona la visione di Dio, dell'amor che move il sole e l'altre stelle.