la Divina Commedia: inferno

La porta dell'inferno.
La vera descrizione dell'Inferno ha inizio nel Canto III; i due viaggiatori Dante e Virgilio giungono alla sua porta già nei primi versi di questo Canto. Sotto la città di Gerusalemme si apre l'ingresso al primo regno, sul quale si possono leggere alcuni versi di ammonimento:
Oltrepassato uno scuro corridoio, i poeti si ritrovano sulle rive dell'Acheronte, il primo fiume infernale, per il quale le anime devono passare per raggiungere l'Inferno vero e proprio e che vengono trasportate da Caronte. Qui, nel Vestibolo, oltre alle anime in attesa di essere portate dalla parte opposta, stanno gli ignavi, quelli che in vita non vollero prendere posizioni, e che sono rifiutati sia dall'Inferno che dal Paradiso.

Caronte tiene a bada le anime da traghettare, molestandole con il remo.

Passato l'Acheronte, i due attraversano il primo cerchio, il Limbo, dove stanno le anime pure di coloro che non furono battezzati (come i bambini morti subito dopo la nascita), e si trovano anche gli "spiriti magni" dell'antichità (compreso Virgilio stesso); quindi Dante e il suo "maestro" entrano nell'Inferno vero e proprio. Alla porta di questo sta Minosse, che, da giudice giusto quale fu, decreta il cerchio dove le anime dannate dovranno scontare la loro pena; ad ogni cerchio, infatti, corrisponde un peccato, più grave se il numero è maggiore.

Minosse, che giudica le anime dannate.

Superato Minosse, i due si ritrovano nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi tra cui spiccano le anime di Cleopatra ed Elena di Troia che raccontano la loro vita e Francesca la sua passione amorosa verso Paolo Malatesta, quindi i golosi, in eterna punizione che consiste nell'essere divorati da Cerbero e gli avari e i prodighi.

Le anime di Paolo e Francesca.

Superato poi lo Stige, nelle fangose acque del quale sono puniti iracondi e accidiosi, traghettati sulla riva opposta dalla barca di Flegiàs, creatura infernale, i due entrano nella Città di Dite, dove sono puniti coloro "che l'anima col corpo morta fanno", cioè gli epicurei e gli eretici in generale: tra gli eretici incontrano Farinata degli Uberti, uno dei più famosi personaggi dell'Inferno dantesco.

Dante e Virgilio osservano Farinata degli Uberti.

Superata la città, il poeta e la sua guida scendono uno scosceso burrone, oltre il quale incontrano il terzo fiume infernale, il Flegetonte, un fiume di sangue bollente; questo fa parte del primo dei tre gironi in cui è diviso il VII cerchio, quello in cui sono puniti i violenti tra cui il Minotauro ucciso da Teseo con l'aiuto di Arianna. All'interno del Flegetonte, scontano la loro pena i violenti verso il prossimo; oltre la sua sponda invece, trasformati in arbusti perennemente attaccati da delle arpie, stanno i violenti contro sé stessi, cioè i suicidi dove troviamo Pier della Vigna  e gli scialacquatori;

I suicidi, trasformati in arbusti perennemente attaccati da delle arpie.

mentre nell'ultimo girone, in una landa infuocata, stanno i violenti contro Dio, la Natura e l'Arte, ossia i bestemmiatori, i sodomiti, tra cui Brunetto Latini, e gli usurai. A quest'ultimo girone Dante dedicherà, molti versi.

Dante e Virgilio osservano i Violenti contro Dio.

Superato il VII cerchio, Dante e Virgilio raggiungono l'VIII cerchio chiamato Malebolge, dove sono puniti i fraudolenti, il quale è diviso in dieci bolge, fossati a forma di cerchi concentrici, scavati nella roccia e digradanti verso il basso, alla base dei quali si apre il Pozzo dei Giganti. Superate le bolge sono puniti ruffiani, adulatori, simoniaci, indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri e fraudolenti tra cui Ulisse e Diomede: il primo racconta come lui morì, ma Dante non avendo saputo la vera morte di Ulisse predetta da Tiresia inventa la sua amara fine avendo superato le Colonne d'Ercole, simbolo per Dante della ragione e dei limiti del mondo. Poi incontrano seminatori di discordie e falsari e i due accedono nel IX ed ultimo cerchio, dove sono puniti i traditori.

La discesa degli abissi, il cerchio chiamato Malebolge.

Questo cerchio è invece diviso in quattro zone, coperte dalle acque gelate del Cocito; nella prima, chiamata Caina (da Caino, che uccise il fratello Abele), sono puniti i traditori dei parenti, nella seconda, la Antenorea (da Antenore, che consegnò il Palladio di Troia ai nemici greci), vi stanno i traditori della patria, nella terza, la Tolomea (dal re Tolomeo XIII, che al tempo di Cesare uccise il suo ospite Pompeo), si trovano i traditori degli ospiti, e infine nella quarta, la Giudecca (da Giuda Iscariota, che tradì Gesù), sono puniti i traditori dei benefattori. Da citare la presenza nell'Antenorea del Conte Ugolino che narra la sua morte, e dell'Arcivescovo Ruggieri. Ugolino appare nell'Inferno sia come un dannato che come un demone vendicatore, che affonda i denti per l'eternità nel capo dell' Arcivescovo Ruggieri.

Il conte Ugolino, che affonda i denti per l'eternità nel capo dell' Arcivescovo Ruggieri.

Di quest'ultima zona vengono nominati solo tre peccatori, Cassio, Bruto e Giuda Iscariota, la cui pena è quella di essere maciullati dalle tre bocche di Lucifero, che qui ha la sua dimora.

Dante e Virgilio scorgono Lucifero.

Scendendo lungo il suo corpo peloso, Dante e Virgilio raggiungono una grotta e scendono per alcune scale: Dante è stupito: non vede più la schiena di Lucifero ma Virgilio gli spiega che si trova nell'Emisfero Australe che li condurrà alla spiaggia del Purgatorio.

Dante e Virgiglio, usciti dall'Inferno, rivedono le stelle.