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Variando il tempo, cambia l'esposizione. Nell'esempio 1,3 → 2,5 → 4 → 8 → 15 secondi. |
Nell’utilizzo di una fotocamera, l’esposizione significa stabilire la quantità giusta di luce che deve incidere una pellicola. Per regolare la quantità di luce, le fotocamere sono dotate di un diaframma, di un otturatore e di una sensibilità ISO.
Il diaframma è un meccanismo formato da sottili lamine metalliche che possono scorrere una sull'altra creando un'apertura dal diametro variabile, simile all'iride dell'occhio umano. Questo meccanismo si trova dentro gli obiettivi e nelle fotocamere digitali compatte, tra l'obiettivo e il sensore. Esso consente di regolare la quantità di luce che, passando attraverso le lenti dell'ottica, colpisce il sensore e permette di regolare la profondità di campo. Il diametro dell'apertura del diaframma può essere variato tramite una ghiera posta sul corpo dell'obiettivo o, nelle fotocamere digitali compatte, da uno specifico pulsante, controllandone i valori sul monitor LCD. I valori dell'apertura del diaframma nelle digitali compatte possono variare generalmente da f1,8 a f11. La quantità di luce che può passare attraverso un obiettivo è influenzata dalla qualità delle lenti e dalla lunghezza del percorso che deve compiere per arrivare al sensore. Le fotocamere digitali compatte hanno, per motivi di spazio, obiettivi con diametri anteriori piuttosto piccoli e raramente l'apertura massima del loro diaframma raggiungerà valori inferiori a f2,8. Se un obiettivo è dotato di zoom ottico la distanza della lente anteriore dal sensore varierà in base alla focale utilizzata e per questo motivo spesso vediamo sugli obiettivi delle fotocamere due valori di apertura del diaframma. Il minore si riferisce a quello relativo alla focale grandangolare mentre il maggiore rappresenta la massima apertura per il tele.
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Scala dei diaframmi. |
L’otturatore è il secondo elemento che concorre alla determinazione dell'esposizione. Determina il tempo di posa o di scorrimento della luce. L'otturatore è un meccanismo che ha il compito di impedire che la luce colpisca il sensore della fotocamera quando non è in atto la creazione della fotografia. Si tratta generalmente di una tendina normalmente chiusa che viene fatta aprire dalla fotocamera per un tempo brevissimo durante il quale la luce colpisce il sensore. L'otturatore quindi regola il tempo in cui la luce può incidere sul sensore. I tempi di posa nelle fotocamere digitali compatte variano da 15 secondi a 1/2000 di secondo e possono essere regolati tramite una ghiera o un pulsante e visualizzati sul monitor LCD.
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Otturatore a tendina a scorrimento orizzontale di una Fujica az1 del 1978. |
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Un particolare di obbiettivo Voigtländer con otturatore Embezet del 1925. |
La sensibilità ISO è il terzo elemento che concorre alla determinazione dell'esposizione e alla qualità dell’immagine. Nella fotografia tradizionale questo elemento era modificabile solo scegliendo tipi diversi di pellicola, ma nella fotografia digitale la sensibilità viene impostata dalla fotocamera stessa. Se il diaframma regola la quantità di luce e l'otturatore ne controlla la durata d'azione, la sensibilità ISO determina la quantità e l'intensità di luce che il sensore ha bisogno per poter creare la fotografia. Come per il diaframma e per l’otturatore, anche per la sensibilità ISO è possibile impostare sulla fotocamera diversi valori, che vanno da 50 a 1600 ISO. Ai valori più bassi corrisponde un maggior fabbisogno di luce mentre a quelli più elevati, uno minore. Maggiore è la quantità di luce che colpisce il sensore, maggiori saranno i dati registrabili e maggiore il numero di dettagli presenti nell'immagine finale.
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Foto con sensibilità iso50. |
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Foto con sensibilità iso100. |
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Foto con sensibilità iso200. |
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Foto con sensibilità iso400. |
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Foto con sensibilità iso800. |
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Foto con sensibilità iso1600. |